Il valore inestimabile dell'ozio

Chi di noi si sente in colpa se non è produttivo in ogni momento della giornata? E' giunto il momento di rivalutare il valore del "non fare".

PSICOLOGIA

4/21/20253 min read

Oggi è il Lunedì di Pasquetta: un giorno tradizionalmente dedicato alle gite fuori porta e al relax. Probabilmente molti di noi si concederanno finalmente un pò di meritato riposo, allentando lo stress della quotidianità. Ma quanti di noi, nella vita di tutti i giorni, riescono a concedersi dei momenti per staccare la spina e rilassarsi?

Siamo immersi in una cultura che decanta e favorisce l’azione, l’essere sempre impegnati a fare qualcosa. E quando non lo siamo, le distrazioni digitali spesso prendono il sopravvento, privandoci di quei pochi, indispensabili momenti di disconnessione.

E' sempre più difficile, con tutte le distrazioni a cui siamo sottoposti, trovare il focus per raggiungere velocemente i traguardi desiderati. E l'enorme perdita di energie dovuta alla continua ricerca di questo focus per procedere con le nostre attività quotidiane, contribuisce a stancarci e aumenta la necessità di trovare degli spazi di vuoto, durante i quali non fare semplicemente nulla. E' la gioia dell'ozio, da non confondere con la pigrizia. Il nostro cervello non è programmato per essere sempre in attività: ha bisogno di pause per recuperare le energie.

Basta guardare gli animali: i gatti sono da sempre dei grandi maestri nella capacità di oziare! E' difficile immaginare che anche l’ozio sia una forma d’azione, eppure è davvero così. Se smettiamo di ascoltare per qualche momento il nostro giudice interiore, che magari ci sussurra che non stiamo facendo abbastanza, ci accorgeremo che la vita è fatta di equilibrio tra azione e riposo. E che dopo un periodo di pausa è possibile tornare all'azione carichi e motivati.

Il valore dell'ozio era riconosciuto anche dalle civiltà antiche. I Romani contrapponevano l'otium (ozio) al negotium (lavoro, affari). Negotium significa infatti, letteralmente, la "negazione dell'ozio". Era considerato un privilegio riservato alla classe aristocratica, un tempo da dedicare alle lettere, all'arte, alla riflessione politica e spirituale. Cicerone, ad esempio, lo considerava uno spazio per scoprire la nostra vita interiore.

In tempi più recenti, siamo nel 1932, il filosofo inglese Bertrand Russell propone nel suo libro "L'elogio dell'ozio" un'idea rivoluzionaria: ridurre le ore di lavoro e rivalutare l'ozio come elemento essenziale per una società più equilibrata e felice.

Il tempo che ti piace sprecare, non è sprecato.
Bertrand Russell

L’ozio, infatti, ha numerosi vantaggi. Ecco alcuni:

1. Stimola la creatività
Nei momenti di ozio, la mente è libera di vagare. Questo “pensiero libero” è terreno fertile per intuizioni, idee innovative e riflessioni profonde. Molti artisti, scienziati e scrittori hanno trovato ispirazione proprio nei momenti di apparente inattività.

2. Favorisce il benessere mentale
In un mondo iperconnesso e sempre attivo, l’ozio diventa uno spazio di decompressione. Riduce lo stress, permette di ascoltare sé stessi e ritrovare equilibrio interiore, aiutando a prevenire burnout e ansia.

3. Rafforza le relazioni
Il tempo libero può essere condiviso con gli altri in modo autentico: conversazioni senza fretta, passeggiate, momenti di silenzio condiviso. L’ozio può diventare uno spazio di connessione umana profonda.

4. Rallenta il tempo
Viviamo immersi in una cultura della produttività, dove ogni minuto dev’essere “utile”. L’ozio ci insegna a rallentare, a gustare il tempo senza doverlo riempire a tutti i costi. È un atto di resistenza contro la tirannia dell’efficienza.

5. Nutre l’identità personale
Senza l’obbligo di “fare”, possiamo semplicemente “essere”. L’ozio ci permette di riscoprire passioni dimenticate, ascoltare i nostri desideri più autentici, e riflettere su chi siamo davvero, al di là dei ruoli sociali o lavorativi.

Vediamo quindi come possiamo recuperare un ozio creativo nella vita di tutti i giorni – anche nel caos della routine quotidiana. Non si tratta di “non fare nulla”, ma di coltivare uno spazio libero, fertile, personale.

1. Ritagliarsi del tempo senza scopo (ma con senso)
Ogni tanto, crea dei momenti liberi dagli obiettivi: senza mail da controllare, notifiche da leggere o risultati da raggiungere. Cammina, osserva, siediti in silenzio. L’ozio creativo nasce quando la mente smette di rincorrere e si mette in ascolto.

2. Rallentare intenzionalmente
In un mondo che corre, rallentare è un atto di presenza. Fare una cosa per volta, cucinare senza fretta, leggere senza saltare le pagine, ascoltare musica senza distrazioni. Rallentare non è tempo perso: è tempo guadagnato.

3. Coltivare la noia, senza paura
La noia può essere una preziosa fonte di creatività. Invece di scacciarla, prova a starci. Da lì può nascere un un pensiero nuovo, un’idea da sviluppare. È come lasciar germogliare qualcosa nel silenzio.

4. Dedicarsi a un’attività “inutile” ma appagante
Scrivere, suonare, disegnare, curare le piante, osservare il cielo… tutto ciò che non produce “valore economico”, ma arricchisce l’anima. L’ozio creativo fiorisce quando torni a fare qualcosa solo perché ti piace.

5. Praticare il “non fare” consapevole (wu wei)
Dalla filosofia taoista arriva il concetto di wu wei: l’azione senza sforzo, il lasciar fluire. Non è inattività, ma un’arte del fare lasciando che le cose accadano con naturalezza. Anche stare seduti in silenzio, presenti al respiro, è una forma di ozio profondo.

6. Disconnettersi per riconnettersi
L’ozio ha bisogno di vuoto digitale. Spegnere il telefono, uscire senza auricolari, creare un piccolo “ritiro” anche solo per un’ora. Disconnettersi è un modo per tornare a sé.

In pratica: l’ozio creativo è uno spazio dove l’essere prende il posto del fare, e dove il tempo non è qualcosa da usare, ma da abitare.

Proviamoci quindi, a partire da oggi, a vivere con consapevolezza alcuni preziosi momenti di ozio!

Per approfondire:
Elogio dell'ozio, Bertrand Russell, TEA, 2018.