Il valore della nostra attenzione

Come vivere e lavorare meglio in un mondo di distrazioni, digitali e non.

PSICOLOGIA

3/24/20255 min read

Viviamo nell’era della distrazione. Il mondo fisico e digitale nel quale siamo immersi quotidianamente mette a dura prova la nostra concentrazione, che si frammenta tra notifiche, mail, messaggi di WhatsApp, impegni, contrattempi, pensieri fuori controllo e moltissimo altro.

Queste continue interruzioni della nostra vita e delle nostre attività non sono più un’eccezione: sono diventate la regola. Tutti noi cerchiamo ogni giorno di destreggiarci tra centinaia di stimoli diversi, mentre l'ansia cresce e il tempo sembra sfuggirci tra le mani.

Accade perché il nostro cervello non è strutturato per gestire una mole così grande di informazioni che, oltretutto, non sempre siamo in grado di classificare. Ci sono infatti situazioni che richiedono la nostra immediata attenzione e altre che non dovremmo classificare come importanti. FOMO "Fear Of Missing Out" è proprio la paura di perdersi qualcosa di importante. Quell'urgenza di rispondere a una mail, controllare una notifica, scrollare sui social per vedere se è successo qualcosa di importante. Anche se sappiamo che le situazioni importanti sono davvero poche.

Gestire questa mole di distrazioni, e cercare di riportare continuamente il focus sull'attività che stiamo svolgendo, è molto stancante per il nostro cervello. Questo è il motivo per cui molti di noi, a fine giornata, si sentono completamente esausti.

Il concetto di "Digital Detox" esprime appieno uno dei bisogni centrali del nostro tempo e sono molte le ricerche nel campo della psicologia che indagano i meccanismi del cervello legati all'attenzione e l'influenza delle distrazioni digitali sul nostro benessere psicologico.

La psicologa Zelana Montminy, nel suo libro "Finding Focus: Own your Attention in an Age of Distraction" che uscirà, edito da Hachette, nel settembre 2025, scrive che "abbiamo allenato il nostro cervello ad avere bisogno e a desiderare le interruzioni. E' quasi come se fossimo dipendenti dalla distrazione". E' importante sottolineare che molte di queste distrazioni sono orchestrate ad arte per fini commerciali. Una moltitudine di aziende e società di servizi si contendono in ogni momento la nostra attenzione per venderci qualcosa: oggetti, servizi, abbonamenti di ogni genere e molto spesso inutili. I social media sono strutturati per sfruttare appieno queste dinamiche, inducendoci a passare sempre più tempo sulle loro piattaforme grazie alla nostra innata curiosità e il nostro bisogno di gratificazioni derivanti dai brevi picchi di dopamina prodotti da un "like", una notifica o un messaggio.

Oggi, allenare il cervello al focus e proteggersi dalle distrazioni digitali è diventato un imperativo, se vogliamo vivere e lavorare meglio.

Questo tema è al centro di un interessante articolo della giornalista Rebecca Knight apparso nel febbraio 2025 sulla Harvard Business Review.

Secondo l’articolo, quali sono le tecniche che possono aiutare a ridurre le interruzioni? Come possiamo creare un ambiente di lavoro che favorisca una migliore concentrazione?

Ecco i consigli degli esperti.

Poni le basi
Secondo la psicologa Montminy, per predisporre il cervello alla concentrazione è fondamentale la cura di sé. Occorre dare priorità ad abitudini fondamentali come il sonno, l’idratazione e l’attività fisica. Non ha senso provare tutti i trucchi per la salute mentale se non si dorme bene e non si è sufficientemente idratati.

È inoltre importante creare dei “ rituali di concentrazione”: ovvero segnali che indichino al cervello che è ora di concentrarsi: ad esempio uno spazio di lavoro dedicato, una particolare configurazione della scrivania o una routine che predisponga al lavoro.

Molto importanti sono le misure pratiche per eliminare le distrazioni, come suggerisce Gloria Mark, professoressa di informatica all’Università della California Irvine e autrice del libro “Attention Span: A Groundbreaking Way to Restore Balance, Happiness and Productivity”. Possiamo disattivare le notifiche, allontanare il telefono quando lavoriamo e utilizzare i blocchi delle app per nascondere le tentazioni digitali. L’obiettivo è quello di “creare attrito” e rendere più difficile accedere alle distrazioni.

Allena il tuo cervello all’attenzione
Una volta create queste basi, occorre sfruttare la naturale capacità di concentrazione del cervello. La concentrazione è orientata agli obiettivi: questo significa che ci concentriamo naturalmente su ciò che è in linea con i nostri obiettivi e le nostre priorità.

“Se i tuoi obiettivi sono molto chiari, questo ti manterrà concentrato”
William James, padre della psicologia americana

Per sfruttare questo pregiudizio attenzionale e concentrarsi selettivamente su determinati stimoli, ignorandone altri, il consiglio è di scrivere i propri obiettivi, ad esempio su un post-it, e collocarlo in un posto ben visibile accanto al pc. Circondarci di promemoria visivi relativi ai nostri obiettivi aiuta ad allenare il cervello a concentrarsi sull’essenziale.

Dirigi le tue emozioni
Fissare degli obiettivi concreti è anche una potente strategia per regolare e gestire le emozioni. Le persone che si sentono più positive possono effettivamente concentrarsi meglio, fare di più ed essere più creative. Il suggerimento è chiedersi, ad esempio. “Come vorrei sentirmi alle 20:00 di questa sera?”. Potremmo immaginare di goderci un momento di pace sul divano con un buon libro oppure un aperitivo con gli amici. Stabilire obiettivi emotivi crea una mappa neurobiologica che aiuta il cervello a cercare l’equilibrio e a ridurre lo stress. L’obiettivo è quello di assaporare preventivamente un senso di realizzazione che può affinare la concentrazione durante il giorno.

Interrompi il pilota automatico
Quando viviamo con il pilota automatico inserito, non siamo veramente consapevoli delle nostre azioni, ma ci facciamo guidare istintivamente da stimoli esterni. Gran parte della nostra vita, come afferma lo psicologo Gennaro Romagnoli nel suo libro “Facci caso” trascorre in questa modalità inconsapevole. È per questo che è necessario coltivare la meta-consapevolezza, ovvero la capacità di osservare i processi mentali mentre si svolgono. Capire dove si è diretta la nostra attenzione e riportarla consapevolmente e senza giudizio al compito che ci interessa svolgere. Riportare l’attenzione dove desideriamo è il principio sul quale si fonda la Mindfulness. Un consiglio pratico per favorire questo processo è tenere accanto a sé sulla scrivania un bloc notes per annotare i pensieri spontanei che meritano di essere approfonditi dopo il lavoro. In questo modo è possibile tornare a concentrarsi, sapendo che ci occuperemo più avanti delle questioni per noi importanti.

Sintonizzati sui tuoi schemi energetici
La nostra attenzione segue un ritmo specifico, influenzato dal nostro ritmo circadiano naturale. La maggior parte delle persone sperimenta momenti di massima concentrazione intorno alle 11 del mattino e a metà pomeriggio, anche se ci possono essere moltissime variabili. Scoprire il proprio ritmo personale, tenendo per qualche giorno un diario che tracci i livelli di energia e concentrazione durante il giorno, permette di organizzare gli impegni lavorativi durante le ore di picco cognitivo e riservare il lavoro meno complesso quando le energie calano.

Pratica l’ascolto attivo
Uno dei momenti in cui molte persone perdono concentrazione è durante le conversazioni, le call e le riunioni. Ci siamo abituati a non essere presenti l’uno con l’altro e le interazioni superficiali sono diventate la norma. Per migliorare la concentrazione e ricostruire la connessione, Montminy consiglia di praticare l’ascolto attivo. Questo implica mantenere il contatto visivo, sintonizzarsi su ciò che l’altra persona sta dicendo e porre domande ponderate. In questo modo non solo si affina la concentrazione ma si approfondiscono anche le connessioni.

Rifornisci le tue riserve di attenzione
È fondamentale imparare a gestire la propria energia mentale e imparare a recuperare le proprie risorse cognitive, facendo pause mirate. Dobbiamo ritagliarci del tempo veramente libero per ricaricare le batterie quando non stiamo lavorando. Dobbiamo, sostanzialmente, darci il permesso di riposare: possiamo allontanarci dal computer e dai social, fare dello stretching o attività fisica, meditare, leggere o persino guardare semplicemente fuori dalla finestra. Occorre offrire al cervello il tempo e lo spazio per riorganizzarsi.

In ultima analisi, tutto parte da una consapevolezza: riconoscere il valore della nostra attenzione (che è un bene limitato) e fare scelte consapevoli su come dirigerla e impiegarla ogni giorno.

Per approfondire:
7 Habits to Stay Focused in a World Full of Distractions
by Rebecca Knight, Harvard Business Review

Facci caso, Gennaro Romagnoli. Oscar Mondadori, 2020